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15 apr 2015

Vale anche per il nostro cane: attenzione allo stress!

ARTICOLO PUBBLICATU ECODIBERGAMO.IT

Stress: un vocabolo che tutti noi utilizziamo anche più volte nell’arco di una qualsiasi giornata della nostra vita, lo usiamo per un impegno molto intenso, per i nostri ritmi di lavoro o addirittura per definire una persona noiosa ed insistente!

Ma cos’è in realtà lo stress? Iniziamo, con l’aiuto di Wikipedia, a definire l’autentico significato del termine: «Lo stress è una sindrome di adattamento a degli stressor (sollecitazioni). Può essere fisiologica, ma può avere anche dei risvolti patologici, anche cronici, che ricadono nel campo della psicosomatica. Anche eventi di vita quotidiana possono portare a mutazioni anche radicali dovute all’adattamento. Malgrado ciò, l’adattamento è un’attività complessa che si articola nella messa in atto di azioni finalistiche destinate alla gestione o soluzione dei problemi, alla luce della risposta emotiva soggettiva suscitata da tali eventi».

«La capacità di indirizzare le azioni adattative implica sia la possibilità di azioni finalizzate a modificare l’ambiente in funzione delle necessità del soggetto, sia l’eventualità di intraprendere una modificazione di caratteristiche soggettive per ottenere un migliore adattamento all’ambiente circostante.Ad esempio, per adattarsi a un clima rigido, si può decidere di accendere un fuoco, o di indossare abiti più pesanti: l’adattamento dipende dalle capacità di problem solving, ma anche dalla presenza di opportuni elementi ambientali, economici o relazionali».

Questo è la definizione scientifica della parola «stress». Vi chiederete: «Bene, ma cosa c’entra con i nostri amici cani?». C’entra eccome, ed ora ci addentriamo nella questione, perché anche i cani si stressano e hanno segnali ben evidenti per manifestarci tale disturbo. Ho più volte sottolineato nei miei articoli che i nostri fedeli amici a 4 zampe sono dei grandissimi abitudinari; una corretta e sistematica routine quotidiana li fa sentire al sicuro, li fa stare bene. Ma se tutto ciò improvvisamente un giorno cambiasse? Provate ad immaginare anche solo un trasloco: noi siamo preparati, abbiamo deciso di cambiare casa, probabilmente il trasloco è l’atto conclusivo di una trafila che dura da un anno e forse più. Ma per il nostro cane non è così. Lui non ha trattato con l’agente immobiliare, non è venuto dal notaio per il rogito, e nella maggior parte dei casi nemmeno ha mai visionato la nuova abitazione. Si ritrova proiettato nella nuova casa da un giorno con l’altro: una nuova cuccia, nuovi odori, nuovi spazi, niente più delle vecchie sicurezze, gli restiamo solo noi che lì lo abbiamo portato. Serve un periodo di adattamento e di accettazione della nuova realtà. In questo caso il «fattore stressante» (o «stressor») è il trasloco, e l’adattamento ne è la conseguenza.

Questo come altri fattori possono richiedere al nostro cane altre «prove di adattamento», anche l’arrivo di un nuovo quattrozzampe, o ancor di più di un bambino in casa, generano stress, nella fattispecie stress negativo. Come possiamo riconoscerlo nel nostro cane e quali possono essere i fattori stressanti? Ci sono tantissimi segnali di stress che possiamo cogliere nel cane. Tutto sta nel saperli riconoscere e, soprattutto a ricondurli alla loro reale natura. Ve ne cito qualcuno, ma non pensiate che significhino necessariamente che il vostro cane sia stressato. Se lo dubitate il consiglio è sempre quello di interpellare un buon educatore cinofilo, magari insieme ad un medico veterinario comportamentalista.

I fattori stressanti invece possono essere infiniti. Qualsiasi cosa o evento della sua vita può diventare tale. Perfino il gran caldo d’estate o il pungente freddo dell’inverno, le fobie (pensate ad un cane ipersensibile ai rumori), ma anche l’addestramento coercitivo, addirittura in alcuni casi anche la toelettatura o la visita dal veterinario e perché no anche il campo dove si pratica educazione con il metodo gentile. (In quest’ultimo caso sta ovviamente all’educatore cinofilo riconoscere lo stress negativo e adoperarsi per aiutare il binomio in difficoltà).

I segnali più comuni con cui il nostro amico ci manifesta stress negativo sono innumerevoli: si va dal grattarsi all’urinare in continuazione, dall’utilizzo smodato di «segnali calmanti» (o di pacificazione) al montare senza pausa, dall’inappetenza alla voracità, dal mangiucchiarsi insistentemente alla distruttività, dai disturbi intestinali alla forfora.

In campo un ottimo indicatore del passaggio da uno stato di stress positivo a quello negativo sono i bocconcini: finchè il cane li accetta con entusiasmo, tutto ok, nel momento in cui inizia a rifiutarli, meglio sospendere per un pochino…

Avete notato? Ho parlato di un altro tipo di stress, lo stress positivo. Ebbene sì, per fortuna esiste anche questo. Tutti noi lo proviamo ma non ci sogneremmo mai di definirlo tale. Eppure di questo si tratta, perché questo tipo di stress da origine a sensazioni piacevoli, aumenta la nostra capacità di concentrazione e ci prepara ad affrontare una nuova avventura. Immaginatevi al primo giorno di lavoro nella mansione e nel posto dei vostri sogni, ecco la sensazione è proprio quella! E nel cane? L’esempio più immediato è proprio quello del bocconcino. Nella sua piccola mente il desiderio di averlo lo predispone a capire ciò che gli stiamo chiedendo, è concentrato, pronto a imparare un nuovo esercizio. È in condizioni ottimali. La nostra bravura sta nello sfruttare il più possibile quei momenti «magici», ma anche nell’individuare quando questa parentesi si chiude, evitando di «trasformare l’oro in stagno», di rendere pesante ciò che era qualcosa di fantastico.

È questo il punto debole di tanti proprietari particolarmente «performanti», non sanno riconoscere quando è il momento di dire basta, accontentandosi del piccolo progresso magari già ottenuto. Alla lunga il cane assocerà l’addestramento a qualcosa di poco piacevole e inizierà a manifestare segnali di stress. Negativo, purtroppo. Ricordiamoci sempre che, anche per i nostri cani, non tutti i giorni sono uguali. Se oggi non fa progressi impariamo a fare un piccolo passo indietro, concentriamolo su ciò che ben sa fare e sospendiamo il lavoro.

© Paolo Bosatra